Martedì 18 giugno. Con una cerimonia che delude solo i nostalgici delle fastose messe in scena e della roboante retorica fascista, la suprema corte di cassazione convalida e proclama i risultati del referendum istituzionale.
L’Italia ha scelto, e la scelta ha un fatidico nome: Repubblica.

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27 dicembre 1947.
Enrico de Nicola, Alcide De Gasperi e Umberto Terracini firmano, a Palazzo Giustiniani, la Costituzione Italiana.

Così l’Istituto Luce ricorda in un documentario la cerimonia nella quale nel 1946 nasce la Repubblica Italiana. Un percorso relativamente breve porta gli italiani a decidere il futuro politico di uno stato in grave crisi dopo vent’anni di regime fascista, di silenzio politico e di guerra. Il periodo post-fascista viene ben presto caratterizzato da una interazione spontanea degli italiani nelle manifestazioni e negli eventi politici per conoscere il nuovo panorama che si sta creando dopo il regime di Mussolini in un sentimento di rinnovato nazionalismo e fiducia nelle istituzioni, grazie al ritorno di un sistema democratico che rende possibile nel primo dopoguerra un’altissima partecipazione dell’elettorato italiano, a partire dalle elezioni del 2 giugno per la costituente. Negli anni tra il 1945 e il 1950 si assiste ad una riorganizzazione dei protagonisti della politica: i partiti di centro e di sinistra si muovono nella direzione del partito di massa, puntando su una crescita numerica e una presenza capillare sul territorio. Questa presenza fa si che moltissimi italiani, che sentono ancora il peso della guerra e di una stancante politica fascista aderiscano al partito e che si facciano a loro volta portavoce del pensiero politico che si sviluppa in queste fasi.

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11 giugno 1946.
Gli italiani festeggiano la nascita della Repubblica Italiana. Tutti i maggiori quotidiani riportano la notizia della vittoria del referendum.

I partiti politici si fanno quindi autori di un rinnovamento anche culturale della nuova Italia repubblicana, dando vigore a attività sociali, sportive, sindacali e religiose: ognuna di queste diventa strumento politico di una comunicazione che si farà sempre più presente e sempre più protagonista nella società italiana. L’interesse all’evoluzione partitica rende possibile la diffusione di eventi rivolti a un pubblico molto esteso, anche non direttamente coinvolto dall’esperienza politica. Caratteristica ben nota ai partiti che puntano in queste fasi ad offrire al loro possibile elettorato spettacoli cui assistere, feste, comizi.
Nelle elezioni del 18 aprile l’Italia si trova davanti a una scelta che sarà già fortemente influenzata dalla comunicazione, oltreché dalla forte presenza della Chiesa e di Pio XII nella scena politica. La politica nella prima fase della repubblica è caratterizzata però da una scarsa comunicazione istituzionale prima della nascita della televisione e di veri e propri quotidiani di partito. Mentre da subito le organizzazioni politiche comunicano con riviste e periodici interni, manifesti e strumenti che derivano direttamente dalla propaganda dei fasci, l’informazione è ancora debole, poco organizzata e spesso caratterizzata da una mancanza di dialogo tra le diverse fazioni.

Le elezioni del 18 Aprile 1948.

I principali partiti candidati alle prime elezioni della Repubblica Italiana erano già presenti in Parlamento dal primo dopoguerra. Per questa occasione però la sinistra unisce le formazioni maggiori, Pci e Psi, nel Fronte Democratico Popolare in un tentativo di superare la Democrazia Cristiana. Nuovi partiti di sinistra come l’Unità Socialista riportano percentuali notevoli.

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I principali partiti candidati
Democrazia Cristiana, Fronte Democratico Popolare, Unità Socialista, Blocco Nazionale, Partito Nazionale Monarchico, Partito Repubblicano Italiano, Movimento Sociale Italiano.

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