La produzione di pellicole cinematografiche per la propaganda elettorale dei partiti e per la diffusione dell’informazione. La prima fase della spettacolarizzazione della politica italiana.

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1946-1965.
Il più importante cinegiornale per la diffusione dell'informazione politica nel dopoguerra: la Settimana Incom nasce nel 1946 come settimanale, ma aumenta la sua distribuzione fino ad arrivare a tre uscite settimanali.

Nel periodo immediatamente successivo alla Guerra gli strumenti di comunicazione utilizzati sono, oltre al manifesto, principalmente quotidiani e audiovisivi. L’eredità dal fascismo nella propaganda politica fa sì che si aprano nuove strade per i partiti politici nella comunicazione e nell’informazione ai propri elettori, sfruttando una tecnologia che si è già molto diffusa e che ha, prima della nascita della televisione, un notevole seguito: il cinema.
Nella comunicazione politica in Italia è stato infatti precedentemente usato dal regime fascista per la propaganda e la celebrazione del loro potere, facendosi tra l’altro promotori dell’evoluzione del cinema italiano.
Dato l’alto interesse per le sale cinematografiche, viene proposta nel 1948 una legge dall’allora sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giulio Andreotti che rendeva obbligatoria la proiezione di cinegiornali di informazione, metodo già collaudato appunto dal fascismo. Nasce in questi anni la Settimana Incom, strumento di informazione proiettato nelle sale settimanalmente data l’altissima affluenza degli italiani nei cinema. Il notiziario, di stampo democristiano, è negli anni ‘50 uno dei mezzi di comunicazione e informazione principali in tutta Italia, superando di gran lunga la diffusione dei quotidiani, dei periodici e della radio, aumentando le sue uscite fino a tre numeri settimanali, anticipando quelli che saranno i moderni telegiornali.

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7 Ottobre 1953.
La Settimana Incom festeggia il numero 1000 del proprio cinegiornale, mostrando all'Italia il progresso dei propri stabilimenti e il processo di lavorazione delle pellicole.

Il governo ha infatti intuito che la comunicazione audiovisiva sarebbe stata fondamentale nel nuovo panorama del dopoguerra, e i rispettivi partiti iniziano così una grande produzione di materiale su pellicola.
La propaganda attraverso il cinema dei partiti inizia ben prima del ‘48, poichè già durante la guerra e soprattutto nelle ultime fasi del conflitto mondiale è iniziata l’importazione di pellicole americane di stampo più o meno politico, che già si fanno portavoci della lotta al fascismo e promotori di una nuova politica anticomunista.

Nel 1950 ancora una volta la Chiesa ha un vantaggio notevole che permette al centro democristiano una apprezzabile superiorità nell’uso del cinema. Il Vaticano possiede infatti, in tutta Italia, circa tremila sale cinematografiche, controllate direttamente dal potere cattolico, e dispone di alcuni carri cinema.
Il Comitato Civico, che come si è già detto è stato il movimento protagonista di questi anni, ha potuto realizzare diversi filmati per le sale parrocchiali e per le proiezioni nelle periferie grazie ai carri cinema. Strumento accolto sempre con grande entusiasmo dalla popolazione che non può permettersi con regolarità l’accesso alle sale, i carri portano quindi spettacolo e uno strumento che fa brillare gli occhi alle masse delle zone più rurali del centro-sud Italia, legando il marchio cattolico al progresso e alla concretezza di un programma politico.
I Comitati realizzano per queste occasioni lunghi documentari e una produzione di pellicole contro l’astensionismo, pensati per attirare la masse alle proiezioni nelle sale parrocchiali.
Parallelamente, l’Azione Cattolica produce un numero piuttosto ampio di pellicole di stampo più marcatamente religioso, che vengono comunque diffuse insieme con gli audiovisivi a tema politico.

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26 Settembre 1948.
Il ritorno di Togliatti è celebrato in un lungo metraggio che mostra la parata del 26 settembre verso il Foro Italico, dove nel pomeriggio Palmiro Togliatti ha pronunciato il suo discorso politico.

In quegli anni la sinistra del Fronte Popolare e il PCI hanno ancora una produzione piuttosto esigua tra cui il corto Chi dorme non piglia pesci, e si limitano a una diffusione nelle sedi e nelle piazze di pellicole sovietiche sfruttando una nuova società di partito appositamente creata, la Libertas Film. La diffusione è però limitata al circuito alternativo che era costituito dalle Case del Popolo e alle sezioni del PCI. Solo dopo la sconfitta del ‘48 il partito comunista investe considerevoli cifre nella produzione di pellicole, realizzando un lungometraggio e cinque documentari. La produzione non raggiunge comunque in questi anni quella del centro cattolico poichè gli audiovisivi vengono sostituiti dalle più economiche filmine (le moderne slide) che hanno ancora la funzione di attirare l’attenzione di elettori anche non interessati direttamente ai seri ed impegnati temi politici.

La Democrazia Cristiana dopo aver approfittato dei Comitati per le elezioni della prima legislatura, decide per il ‘53 di rendersi autonoma nella produzione di pellicole, sfruttando l’ufficio comunicazione interno di cui già dispone, la Spes. Pellicole per la lotta all’astensionismo e per alfabetizzare gli elettori sono la maggior parte della produzione dei filmati dell’ufficio cinematografico della Spes.

La grande differenza tra gli audiovisivi di stampo comunista, sempre documentaristici e di taglio neorealista, la DC sfrutta tecniche nuove per la propaganda politica, grazie anche all’influenza americana. Al documentario è spesso affiancato il cinegiornale, la narrazione fa uso talvolta di strumenti propri della fiction come marionette o semplici animazioni senza commenti sonori. Ne Il compagno Pulcinella, del 1954 la Democrazia Cristiana trasforma il valore comunicativo delle illustrazioni dei manifesti in animazione, portando satira e finzione nel cinema politico.
La DC prende come esempio il modello americano che dimostra come la finzione telesiva possa essere utilizzata anche nella propaganda politica. Nelle puntate di Einsenhower answer America del 1952 alcuni attori pongono molteplici domande al candidato, portandolo (insieme allo slogan I like Ike) alla vittoria delle elezioni.

Il soggetto della comunicazione per tutti gli anni ‘50 è fortemente ideologico, ricco di contenuti politici o socio/culturali legati direttamente al pensiero del partito, nonostante una crescente attenzione per spettacolarità dello strumento e per l’attrazione puramente estetica che questo ha sull’elettorato. Il cinema ha in questi anni un forte connotazione informativa e documentaristica, che tende però negli successivi alla nascita della televisione ad una più di stampo promozionale e propagandistico.

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1954.
La fiction nelle pellicole democristiane compare ne Il Compagno Pulcinella, cortometraggio che fa uso di marionette per rappresentare la critica al comunismo sovietico.